E INFINE: CHI CREDE NELLA DIAGNOSI PSICOLOGICA? (25 nov 2015). David L. Rosenhan, professore di psicologia e diritto, ha scritto nel suo articolo "On Being Sane in Insane Places" [sull'essere sani in posti malsani] (pubblicato su Science, New Series, Vol. 179, No. 4070, 19-01-1973, pp. 250-258): "se la sanita' e l'insanita' esistono, come possiamo riconoscerle? [..] E' frequente, ad esempio, leggere di processi per omicidio dove eminenti psichiatri della difesa vengono contraddetti da psichiatri altrettanto eminenti dell'accusa sulla base della presunta sanita' mentale dell'imputato. [..] si e' diffusa l'idea che la categorizzazione psicologica della malattia mentale sia nella migliore delle ipotesi inutile, e nella peggiore delle ipotesi assolutamente dannosa, fuorviante, e peggiorativa. Le diagnosi psichiatriche, secondo questa visione, sono nelle menti degli osservatori, e non sono sintesi valide delle caratteristiche esibite dagli osservati". Ora, dato che non esiste alcuna prova scientifica dell'esistenza dei cosiddetti disturbi mentali, si deduce che credere nei disturbi mentali e' un atto di fede (nel dizionario la fede e' definita come credenza non supportata da prove), e pertanto ogni azione basata su tale credenza non fa parte della scienza ma fa parte della religione (nel dizionario la religione e' definita come pratica e osservanza della fede). Per questo motivo gli ipnologi professionisti e molti altri operatori olistici non si possono considerare "anti-psi" (psichiatria/psicologia), ma solo e semplicemente "non-psi". Copyright (C) Alberto Torelli. Tutti i diritti riservati. RIPRODUZIONE VIETATA.