Indice | PROFESSIONISTI
  1. formazione pro
  2. supervisione
  3. aggiornamento
  4. nuove frontiere

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1. Formazione pro

[su]. La formazione PRO (professionale) nella VERA ipnoterapia e' un compito difficile perche' non si tratta affatto, come suggerisce falsamente il nome, di cura in uno stato simile al sonno, ma di una speciale stimolazione di abilita' gia' presenti. Infatti, dopo interi secoli di pubblicazioni "scientifiche" e di libri sull'ipnosi, e' ormai evidente che I MODELLI MEDICI E PSICOLOGICI HANNO COMPLETAMENTE FALLITO non solo nel comprendere l'ipnosi, ma persino nel descriverla, dimostrandosi assolutamente inutili e inadeguati (perche' L'IPNOSI NON E' UNA CURA, e tentare di spacciarla come tale e' patetico). Infatti, la letteratura "scientifica" descrive per lo piu' un IPNOTISMO di basso livello (a volte quasi amatoriale, direi), con SCALE IPNOTICHE insensate, TEST inaffidabili, PROTOCOLLI rigidi e poco realistici, approcci infantili ("SCRIPT"), REGISTRAZIONI AUDIO davvero ridicole, e, costantemente, la solita IDEA DELIRANTE DI SOMMINISTRARE COMANDI e suggestioni. Purtroppo, gli operatori che lavorano in questo modo trascurano l'individualita' di ciascuna persona, e ingenuamente o stupidamente si illudono di poter "applicare" l'ipnosi, cioe' dimenticano che nell'attivita' ipnotica l'operatore ha un ruolo trascurabile. E non finisce qui, perche' oltre a questa miscela spaventosa di arroganza e ignoranza c'e' pure lo sforzo dannatamente ossessivo e inutile di fare ANALISI STATISTICHE assurde e VALIDAZIONI PSEUDO-SCIENTIFICHE del tutto fuori luogo, in quanto non e' possibile oggettivare un funzionamento soggettivo come l'ipnosi (e' come tentare di misurare una distanza contando i passi di una persona che cammina.. ogni volta il risultato sara' diverso!). Insomma, le teorie speculative, i metodi eleganti, gli approcci complessi, i fronzoli inutili, i manuali enciclopedici, i training lunghi, sono tutte cose che magari soddisfano la persona primitiva e superficiale, ma di sicuro impediscono di imparare veramente, perche' spesso in realta' sono fumo neglio occhi e null'altro.

2. Supervisione

[su]. All'inizio dell'attivita' professionale un ipnologo ha ancora un'esperienza limitata e pochi clienti, ma se e' una persona responsabile sentira' l'esigenza di condividere idee, dubbi, ed esperienze con altri colleghi. Questa attivita' e' la supervisione, ma va sottolineato che il successo di un professionista e' determinato interamente dalla SODDISFAZIONE DEI CLIENTI. Inoltre non e' difficile trovare principianti che sono piu' abili dei loro supervisori, per cui in realta' in questi casi non si tratta affatto di supervisione, bensi' di apprendimento e beneficio reciproco e alla pari.

3. Aggiornamento

[su]. Ogni associazione professionale impone ai membri la cosiddetta ECI (Educazione Continua in Ipnoterapia), ma si accontenta di 15-30 ore di aggiornamento all'anno. Ogni anno vengono proposte tante novita' che in teoria appaiono interessanti, ma quando vengono messe in pratica confermano per l'ennesima volta che l'attivita' ipnotica e' controllata dalle persone stesse, e sfugge a qualsiasi tecnica (la quale, infatti, non produce quasi mai i risultati auspicati). Io personalmente investo 150-300 ore annuali per investigare questo aspetto affascinante ma anche sconvolgente dell'ipnotismo, che e' un'attivita' OLISTICA estremamente COMPLESSA ma anche del tutto INNOCUA, e quindi assolutamente IDEALE per un'ampia sperimentazione sul campo.

4. Nuove frontiere

[su]. Gli psichiatri, gli psicoterapeuti, e gli psicologi si basano sul DSM (Manuale Diagnostico Statistico), che definisce e considera moltissimi comportamenti umani come disturbi mentali e psicopatologie, ma senza pero' fornire prove scientifiche o conferme oggettive dell'esistenza di tali presunte malattie. Sfruttando questo punto debole, lo psicologo David Rosenhan (1973) ha dimostrato che comportandosi nel modo giusto e' facilissimo ingannare uno psichiatra e portarlo a sbagliare ripetutamente la diagnosi psicologica e a prescrivere terapie controindicate, il che suggerisce, secondo Rosenhan, che il presunto problema psichico in verita' non e' nel paziente ma e' nella mente dello psichiatra. Tuttavia, anche se il valore scientifico del DSM appare discutibile, il suo valore legale invece e' indiscusso, perche' se uno psichiatra dice che un cittadino e' malato di mente, questa persona puo' essere privata della liberta', dei figli, o del conto in banca, a meno che non trovi un altro psichiatra che dice il contrario. Fortunatamente, il mondo sta cambiando. Ad esempio lo psichiatra Thomas Szasz ha contestato duramente il DSM, e nelle sue conferenze gli piaceva raccontare che quando gli schiavi neri venivano sfruttati nelle piantagioni americane, la loro tendenza a fuggire non era considerata una normale spinta verso la liberta', ma una vera e propria mania di scappare (la "drapetomania"), che veniva curata amputando le dita dei piedi a questi schiavi "malati di mente". Piu' recentemente, gli psichiatri del DSM hanno definito gli omosessuali come disturbati mentali da sottoporre alla terapia di conversione, ma poi quegli stessi psichiatri sono stati giudicati omofobi e intolleranti dall'intera societa' civile, e nel 2012 Robert Spitzer (psichiatra coautore del DSM) ha chiesto pubblicamente scusa agli omosessuali per le violenze che hanno patito. E gia' oggi non ci sono piu' gli handicappati, ma solo i diversamente abili. E un giorno, in futuro, forse non ci saranno piu' i mentalmente disturbati, ma solo i mentalmente diversi, e il DSM sara' soltanto un brutto ricordo. Milton Erickson (1901-1980), pure lui psichiatra, e' stato un autentico pioniere di questa visione del mondo piu' umana e gratificante, piu' orientato alla guarigione che alla psicoterapia, nel senso che accettare noi stessi e' molto meglio che rifiutare noi stessi. Nel 1980, al funerale di Erickson, un medico di nome Robert Pearson prese la parola e disse: "Erickson ha affrontato da solo la psichiatria, e l'ha sconfitta.. ma gli psichiatri ancora non lo sanno" (in: S Rosen, 1982, My voice will go with you, Editor's note, i8). Le mie parole, sia ben chiaro, non vogliono essere in alcun modo un attacco alla psichiatria (che e' certamente utile), ma sono soltanto l'espressione del mio pensiero e delle mie personali opinioni e credenze, per far capire a certi psichiatri che io non sono interessato alle loro teorie, e quindi non faccio psicoterapia. Infatti fin dall'inizio ho sviluppato il mio approccio ipnotico traendo ispirazione dalle parti piu' innovative della letteratura ericksoniana, e in particolare il mio interesse professionale si e' concentrato su DIECI CONVINZIONI EMPIRICHE FONDAMENTALI (che sono alla base di un training all'avanguardia, informale, "apostatico", riservato a una elite di ipnoterapisti da me accuratamente selezionati).

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