Casi | RESOCONTO

128. Violentata dai pedofili e refrattaria alle terapie

PERSONA: donna.
DESCRIZIONE: "da bambina sono stata violentata da mio nonno, da mio padre, dai miei fratelli, e da moltissimi altri uomini che frequentavano la casa anche in gruppo.. dopo le prime violenze ho tentato di suicidarmi, ma poi ho lasciato perdere perche' non ho mai avuto il coraggio.. mi sento morire ogni giorno a causa del tormento.. all'inizio ho preso psicofarmaci per un lungo periodo cambiando le cure tante volte, poi ho fatto anni e anni di psicoterapia quasi ogni settimana, e adesso sono diversi mesi che faccio sedute dagli psicologi, ma non e' mai cambiato niente.. mi dicono di avere pazienza ma io spendo solo dei soldi, anzi, sono cose che ogni volta che ne parlo mi fanno ancora piu' male .. se la mia amica X non mi avesse accompagnata io non sarei mai venuta qui, ma poi X mi ha detto che lei non fa domande, non fa lo strizzacervelli [chiedo scusa per il termine utilizzato, ma sono parole della cliente].. a dire il vero e' piu' di un anno che X mi parla di lei, ma io ho sempre rinunciato.. io non sento di avere speranze.. e poi devo pagare le sedute della psicologa, e quindi ovviamente non posso pagare anche l'ipnosi".
APPROCCIO: mia rassicurazione, dicendole di non preoccuparsi per il pagamento, perche' io ho sempre fatto moltissima beneficienza; allora lei ha sorriso e mi ha ringraziato, ma poi inaspettatamente ha iniziato a fissarmi e a studiarmi con lo sguardo; a quel punto io l'ho ignorata completamente e ho iniziato a parlare con X (mia cliente) del fenomeno biologico della cicatrizzazione e della riparazione naturale dei tessuti tramite il cosiddetto "infiltrato infiammatorio" (X era stata operata da poco a un avambraccio); quando ho parlato dell'essudato che viene prodotto naturalmente dalla ferita suturata, la donna mi ha interrotto bruscamente: "la vuole smettere, per favore? Queste cose mi fanno venire la nausea!", al che io ho risposto: "e allora prenda esempio dalla ferita di X!"; a quel punto la donna e' rimasta in silenzio per mezzo minuto e poi ha chiesto un appuntamento.
RISULTATO: uscendo dal mio studio la donna ha detto a X: "io da questo qui non ci torno.. se mi regala la seduta sicuramente poi pretendera' qualcosa in cambio", e ha obbligato X a telefonarmi per disdire l'appuntamento appena fissato. Dopo un paio di giorni X mi ha richiamato per dirmi che la donna aveva cambiato idea e voleva l'appuntamento; quando e' venuta in studio era da sola e mi ha detto: "non era mai accaduto.. per la prima volta nella mia vita io non ho piu' vomitato il dentifricio.. e' come se avessi scoperto che non e' sperma, e mi sono sentita improvvisamente liberata da un peso enorme che mi opprimeva.. non sono mai riuscita a parlare di questo con nessuno, lei e' l'unico che lo sa.. adesso pero' posso dirlo perche' e' diventata una cosa insignificante, anzi, ridicola.. sa, quando lei mi ha detto che avrei potuto venire nel suo studio senza preoccupazioni mi ha scatenato l'inferno dentro.. sono stata malissimo perche' ero confusa, e non riuscivo a credere che un uomo potesse fare qualcosa per me senza pretendere qualcos'altro in cambio.. poi ho provato un'euforia incredibile perche' non ho piu' vomitato niente, e un mucchio di cose vecchie hanno perso importanza di colpo.. cioe' si sono, come dire, scolorite.. e' stata tutta una cascata di eventi.. sono cosi' contenta che mi sento drogata.. la psicologa e' rimasta sconcertata dal mio nuovo atteggiamento.. dice che non mi riconosce piu' e che non capisce".
AGGIORNAMENTO (2 anni): la qualita' di vita e' migliorata drasticamente e in modo stabile; la donna ha interrotto definitivamente le sedute psicologiche, e non perde occasione per dire a X: "finalmente anche la mia ferita e' guarita!" (notizie avute dalla mia cliente X).

Copyright © Alberto Torelli. Tutti i diritti riservati. RIPRODUZIONE VIETATA.

Casi | RESOCONTO [su]